L’ECUO-SACCO DI
PISCIO E MERDA.
Fin da subito,
ancor prima che iniziasse, abbiamo individuato e denunciato la grave
ripercussione sociale economica e antiigienica del sistema ecuo-sacco.
Lo abbiamo fatto
pubblicamente durante la "Disfida del Guast" condotta da un manipolo di Suocere,
che il nostro Sindaco pluridecorato definì demenziali.
Molte voci
anticiparono il rischio si unirono per gli effetti negativi irrisolti del progetto
sperimentale diventato ormai consolidato.
Alcuni puntarono
il dito sul perverso meccanismo economico dei costi aggiuntivi per i sacchi
insufficienti, ma il vero problema non era quello.
In quel momento di
attesa e di avvio, venne subito a galla la questione dello stoccaggio
giornaliero e settimanale di un sacchetto colorato tecnologicamente inadatto a
contenere i pannoloni che sono i rifiuti dei rifiuti: del piscio e della merda.
Non era e non è
questione di pietismo, di buonismo, di comprensione, ma di un diritto, cioè di un
qualcosa che distingue la civiltà dalla barbarie.
Sull’intera
gestione tecnica ed economica noi, come tanti altri abbiamo scritto fiumi
d’inchiostro digitali e non abbiamo ancora finito.
Non mi frega nulla
del risparmio (peraltro tutto da verificare) sulla bolletta della tassa rifiuti
se so che il mio vicino di casa, il mio fratello, l’anziano, il disabile,
l’incontinente oltre a tutto il resto è totalmente dimenticato per i bisogni
del suo intimo, del suo pudore perché i famigliari non sanno più dove stoccare
la merda e il piscio.
Scrivemmo alle
istituzioni sanitarie senza esito: “così fan tutti”.
Citammo Norme,
Disposizioni Igienico sanitarie Comunali arretrate e insufficienti davanti a
questo problema, compresa l’inadeguatezza strutturale se non la totale mancanza
dei vani rifiuti in moltissime abitazioni, cortili condomini affinché si
realizzasse una zona “ad hoc” per lo stoccaggio.
Imprese, addetti,
servizi di pulizia Condominiali assorbirono il carico di lavoro ingrato in più
senza fiatare per paura di perdere il lavoro per maggiori costi.
Auspicammo
un'indagine a tappeto, un salto di qualità sociale e culturale alternativo al
“sotto lavello” o “sul balcone” previsti, questi si demenzialmente dal sistema
CEM da tutti supinamente accettato.
Il
"chissenefrega", macchia di coscenza inarrestabile, si allargò sempre
più.
Invitammo gli
Organismi che si occupano di disabilità a fare sentire la propria voce.
Informammo anche
la Chiesa locale e i loro media di fare altrettanto: come non detto.
E’ arrivata
un’altra estate, merda e piscio sono sempre lì, fermi sette giorni ad aspettare
il ritiro dei “pacchi” rossi immondi puzzolenti e pericolosi.
La Bella Cernusco,
la Cernusco perla della Martesana, la Cernusco dei Social, del record dei
Candidati Sindaci, la Cernusco delle mille Associazioni, la Cernusco Culturale,
la cernusco Laica, la Cernusco Cristiana, la Cernusco dell’Accoglienza, la
Cernusco degli Educatori, la Cernusco dei Teatri e dei Cineforum, la Cernusco
dei mega Parchi delle struttire Sportive d'avanguardia, delle immense Piste
ciclabil, la Cernusco elettorale dalla quale mi sarei aspettato un sussulto
(anche peloso) … la Cernusco…la Cernusco...
La nostra Cernusco
è incapace di esigere e di alzare la voce di difendere coloro (e famigliari) in
sofferenza. 
Preferisce il
quieto vivere, il sonno, la nebbia anzichè lottare per contrastare
un'ingiustizia, pretendere un servizio dignitoso equilibrato, veloce, gratuito
per il conferimento-ritiro mirato del piscio e della merda.
Cernusco non è una
Città. E' un disaggregato.
Sergio&Sergio&MElena.
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