lunedì 20 aprile 2015

Bangl@news: Un posto al sole



Un posto al sole di Fr. Massimo Cattaneo
Mondo e Missione - aprile 2015
La corrente elettrica non basta per un Paese in rapido sviluppo. Ecco perché la "Novara Technicai School" eccellenza Pime da 50 anni, si rinnova e punta sull’energia pulita. Facendo scuola
           
In Bangladesh il veloce processo di industrializzazione sembra aver assunto le stesse leggi della giungla che, fino a qualche decennio fa, copriva buona parte del terreno oggi occupato dalle fabbriche: nessuna pianificazione, nessun controllo, nessun programma di coordinamento.., sopravvive il più forte, cioè vince chi ha più soldi.
Così i numerosi investitori esteri, richiamati dal costo della manodopera ancora interessante, si trovano a dover fare i conti col pachiderma della corruzione e a districarsi a fatica nel groviglio della distribuzione di energia, assolutamente inadeguata alla richiesta. La corrente elettrica resta di gran lunga insufficiente al fabbisogno del Paese, il prezzo del gas in forte aumento, la disponibilità di carbone precaria, per via degli incerti programmi di estrazione dalle miniere del Nord...
Negli ultimi due anni, tuttavia, finalmente è emersa una nota decisamente positiva: il Bangladesh risulta ai primi posti tra i Paesi che stanno investendo nel "solare". In questo contesto estremamente complesso, anche il Pime sta cercando la propria strada, per dare una risposta alle nuove e grandi problematiche del mondo del lavoro, per avviare progetti pilota che possano stimolare uno sviluppo positivo per il futuro.  
      
L'esempio più eloquente di questo impegno dei missionari per restare al passo con le nuove sfide del Paese è la Novara Technical School, fondata esattamente cinquant'anni fa a Dinajpur, nella zona Nord-ovest del Bangladesh, e tuttora una delle scuole tecniche più quotate nei distretti di Dianjpur e Rajshahi. La costruzione di un centro di formazione in quest'area era stata avviata agli inizi degli anni Sessanta, soprattutto per offrire nuovi sbocchi ai giovani dei villaggi, altrimenti destinati a restare confinati nella loro povertà o finire assorbiti nei meccanismi di sfruttamento delle moderne metropoli. Una qualifica tecnica rappresentava infatti - e continua a costituire - una soluzione efficace per trovare un posto di lavoro dignitoso e affrontare con sicurezza il futuro di una nuova famiglia.
In un Paese dove il progresso tecnologico sta facendo passi da gigante, è quanto mai urgente per una scuola tecnica offrire ai propri studenti strumenti adeguati a rispondere alle nuove richieste del mondo del lavoro. Il processo di miglioramento delle strutture, delle attrezzature e del personale è costante. Nell'ultimo decennio questo processo non si è mai fermato. Un grosso intervento di ristrutturazione ha portato all'introduzione di nuovi macchinari e materiali per migliorare il livello tecnico dei corsi. Sono stati ampliati i laboratori dei quattro settori - falegnameria, meccanica, autoriparazione, elettricità-elettronica - mentre è stato inaugurato un edificio di tre piani con dodici aule (ciascuna delle quali accoglie in media 16 studenti), uffici, una libreria e una sala computer. In questo contesto ha trovato spazio anche la ristrutturazione dell'ostello, che attualmente può accogliere 140 giovani.
Dal 2007, poi, vengono proposti dei corsi brevi, per offrire una possibilità di formazione anche a giovani che si troverebbero in difficoltà ad affrontare il biennio standard e il successivo anno di specializzazione facoltativo. Contemporaneamente è stato avviato il primo programma di formazione femminile: oggi alle ragazze sono proposti corsi di computer e corsi per operatrice di macchina nel settore dell'abbigliamento.
Negli ultimi anni l'attenzione non si è fermata alla sola durata del corso scolastico: stiamo cercando di seguire i nostri studenti anche nella successiva e non semplice ricerca di un lavoro. Per aiutare concretamente chi è in cerca del primo impiego abbiamo avviato dei corsi di tirocinio in collaborazione con ditte esterne: collocato nel programma del terzo anno, nella maggior parte dei casi il tirocinio si conclude con l'assunzione del giovane.
I contatti con il mondo del lavoro garantiscono così uno sbocco lavorativo in tempi brevissimi e in ditte che garantiscono serietà, sicurezza sul lavoro e salvaguardia dell'ambiente interno ed esterno alla fabbrica. Un ulteriore risvolto positivo dell'apertura alla realtà industriale è il continuo stimolo a tenere aggiornati i nostri programmi formativi: su richiesta di molte ditte è stato allestito un laboratorio per l'insegnamento dei processi di automazione del lavoro, mentre abbiamo in programma un aggiornamento del corso di saldatura.  
   
Se il crescente sviluppo tecnologico e la progressiva industrializzazione del Paese hanno introdotto una grande richiesta di personale ben preparato, le scuole tecniche restano però poche e spesso non aggiornate. Le richieste di tecnici alla nostra scuola risultano perciò molto superiori al numero di giovani che riusciamo a preparare. Nonostante sia stato fatto molto nell'ultimo decennio, il numero di posti disponibili resta di gran lunga inferiore alla richiesta: ogni anno riusciamo ad ammettere ai corsi meno della metà dei ragazzi che presentano domanda d'iscrizione.
Ecco perché, alcuni anni fa, abbiamo deciso di aprire un nuovo distaccamento della scuola tecnica: nel luglio del 2011 si inaugurava il dipartimento di "costruzioni edili" nella nuova sede di Rajshahi, a circa 250km da Dinajpur. L'edilizia è infatti uno dei settori in grande sviluppo nel Paese e offre una vasta possibilità d'impiego. Ed è qui che entra in gioco la scelta di fare un passo verso il futuro nell'ottica della sostenibilità energetica. Per far fronte ai quotidiani tagli sull'erogazione di corrente, che diventano ogni giorno più numerosi e di lunga durata, la nuova struttura scolastica fin dal suo nascere è stata infatti dotata di un impianto fotovoltaico in grado di erogare una potenza elettrica di 2 kw, con un'autonomia di cinque ore. 
      
Valori superiori allo stretto necessario per le attività didattiche, che offrono una buona garanzia futura sulla disponibilità di corrente per la gestione della scuola, anche nel caso in cui l'erogazione di corrente sulla rete nazionale dovesse ulteriormente peggiorare.
Inoltre l'accresciuta autonomia permetterà una riduzione delle spese per l'acquisto di corrente dall'esterno, senza contare che una maggior produzione di "energia pulita" non potrà che giovare all'ambiente e alla nazione bengalese. L'impianto fotovoltaico, dotato di pannelli solari, accumulatori, inverter e quadro di controllo, è in grado di fornire energia elettrica alla scuola ogni volta che l'erogazione sulla linea esterna viene interrotta, permettendo di svolgere senza disagi le attività didattiche e i programmi formativi dell'ostello.
La nostra speranza è che un impianto fotovoltaico efficiente possa essere di stimolo per altre istituzioni o privati, che vorranno fare proprio l'uso di energie alternative a beneficio dell'ambiente e della migliore gestione dell'elettricità a livello nazionale. L'anno scorso è stato realizzato un impianto simile anche al Centro per l'accoglienza e formazione dei lavoratori nella zona industriale alla periferia di Dhaka, gestito sempre dal Pime in stretta collaborazione con la Novara Technical School. Attualmente, nella sede della scuola tecnica di Rajshahi è in corso l'allestimento di un sistema idrico con pompa ad energia solare della potenza di 5 kw e portata a pieno regime di 20 mila litri all'ora. L'impianto garantirà l'erogazione di acqua potabile sia alla struttura scolastica, sia alle 70 famiglie del villaggio attiguo, che stanno ancora utilizzando pompe a mano con gli inevitabili problemi di manutenzione e acqua non pulita.
Il Bangladesh ha meritato per tanti anni consecutivi il primo posto nella classifica dei Paesi più corrotti al mondo, e ultimamente alla capitale Dhaka è stato attribuito il titolo di "città più invivibile al mondo". Sarebbe finalmente ora di guadagnarsi un buon posto nelle classifiche di qualche settore migliore dei precedenti, magari in quello delle energie alternative. Noi stiamo offrendo il nostro doveroso contributo.
   

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